Periodico di informazione, cultura, opinioni |
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Rozzano Anno V - N. 3 – Aprile 2018 |
Anno V- n.3 – Aprile 2018 Distribuzione Gratuita Registrazione al Tribunale di Milano n. 70 del 17.03.2015 Edito dall’Associazione Rozzano Oggi
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Direttore: Adriano Parigi Direttore Responsabile: Elisa Murgese Redazione: Stefania Anelli, Gabriele Arosio, Niccolò De Rosa, Daniela Giannoccaro, Giuseppe Foglia, Marco Garritano, Fiorella Gebel, Marco Masini, Elisabetta Martello, Lorenzo Parigi, Franco Spiccia, Gigliola Zizioli |
Mail: posta@piazzafoglia.it www.piazzafoglia.it |
Le autorità italiane hanno sequestrato la nave per il soccorso di migranti dell’ONG spagnola Open Arms e hanno iniziato un procedimento penale contro il coordinatore dell’ONG e contro il capitano della nave. Open Arms ha rifiutato di consegnare alla Guardia Costiera libica 218 persone che aveva soccorso in acque internazionali mentre le autorità italiane sostengono fosse obbligata a farlo in base al codice nazionale di condotta delle ONG. Open Arms ha invece portato due delle persone soccorse a Malta (dove una madre e un bambino sono stati ricoverati in gravi condizioni) e tutti gli altri in Italia. I volontari dell’ONG devono ora rispondere di traffico di esseri umani (secondo quanto riportato da Le Monde il 22 marzo scorso). Per la legge internazionale, i marinai hanno l’obbligo di prestare soccorso alle persone in difficoltà e di portarle in luoghi sicuri. Il capitano di Open Arms ha quindi assolto il suo dovere aiutando i 218 migranti e, successivamente, rifiutandosi di consegnarli alla Guardia Costiera libica. Sulla base di ben documentati rapporti sul rispetto dei diritti umani, il capitano era cosciente del fatto che la loro consegna avrebbe comportato un rischio reale che fossero assoggettati a torture, a trattamenti inumani o umilianti, a schiavitù, a lavori forzati, il che avrebbe costituito una grave violazione dei diritti umani o addirittura un crimine contro l’umanità. La Libia non è certamente un luogo sicuro come richiesto dalle leggi internazionali. Può dirsi invece che sia stata l’Italia ad aver violato il diritto internazionale: - Richiedendo ai capitani di imbarcazioni impegnate in operazioni di salvataggio ( siano di ONG, guardie costiere europee o navi commerciali) di consegnare le persone soccorse alla Guardia Costiera libica, esponendole così al rischio concreto di diventare vittime di gravi violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità. L’Italia è responsabile delle prevedibili conseguenze di queste richieste delle proprie autorità. - Sequestrando un’imbarcazione utilizzata per operazioni di salvataggio e quindi riducendo la possibilità di portare ulteriore aiuto e conseguentemente causando una probabile maggior perdita di vite umane. L’Italia è responsabile della prevedibile perdita di vite come conseguenza dell’azione delle sue autorità. La crescente fermezza con la quale l’Italia espone persone a gravi violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità e riduce la possibilità di azioni di salvataggio nel Mediterraneo, richiede un’immediata reazione da parte della comunità internazionale. Noi miriamo, e sollecitiamo tutte le parti coinvolte a considerare e perseguire i seguenti obiettivi, affinché sia eventualmente riconosciuta la responsabilità dell’Italia per aver violato le leggi internazionali. L’Italia deve, con effetto immediato, cessare di promuovere, dirigere e attuare i respingimenti verso la Libia e deve interrompere l’azione giudiziaria nei confronti di chi presta soccorso in mare e porta in salvo le persone in difficoltà.
Se l’Italia non rispetta queste imposizioni 1. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve considerare l’operato dell’Italia come una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale; invitare l’Italia a cessare le sue violazioni del diritto internazionale; promuovere un’azione coordinata di soccorso nel Mediterraneo che escluda il pericolo di esporre le persone salvate al rischio di gravi violazioni dei diritti umani. 2. A questo fine, la Costa d’Avorio, La Guinea Equatoriale e l’Etiopia – in quanto attuali stati membri dell’Unione Africana nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU- i cui cittadini sono vittime delle violazioni italiane delle leggi internazionali, devono proporre un immediato meeting del Consiglio stesso. 3. Il Procuratore della Corte Penale Internazionale deve motu proprio aprire un’indagine sulle più alte figure delle autorità italiane per la loro complicità nei crimini contro l’umanità che avvengono in Libia. 4. Ogni singolo stato membro del Consiglio Europeo deve considerare la proposizione di un reclamo contro l’Italia alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. trad. it. Franco Spiccia
Firmatari dell’appello Prof Alberto Alemanno – Jean Monnet Professor of European Union Law, HEC Paris; Global Professor of Law, NYU School of Law in Paris; Director, The Good Lobby Dr Alexandre Skander Galand – Post-Doctoral Fellow, EUI and University of Oxford Prof Andreas Philippopoulos-Mihalopoulos – Professor of Law and Theory, University of Westminster; Director of The Westminster Law & Theory Lab Prof Audrey Macklin – Professor of Human Rights, University of Toronto Prof Bill Bowring – Professor of Law, Birkbeck College, University of London; Barrister at Field Court Chambers, Gray’s Inn Prof Ciaran Burke – Professor of International Law, Friedrich-Schiller-Universität Jena Dr Daniel Ghezelbash – Senior Lecturer, Macquarie Law School Prof Deirdre Curtin – Professor of European Union Law and Head of Department, European University Institute Prof Elspeth Guild – Jean Monnet Professor Ad Personam, Queen Mary University of London and Radboud University Nijmegen Prof Francois Crépeau – Oppenheimer Professor of International Law, McGill University Prof Gregor Noll – Professor of International Law, Lund University Prof Hemme Battjes – Professor of European Asylum Law, Vrije Universiteit Amsterdam Prof Iris Goldner Lang – Jean Monnet Professor of European Union Law, University of Zagreb; UNESCO Chair on Free Movement of People, Migration and Inter-Cultural Dialogue Dr Itamar Mann – Senior lecturer, Law School, University of Haifa Prof James Hathaway – James E. and Sarah A. Degan Professor of Law and Director Program in Refugee and Asylum Law, University of Michigan Prof Janneke Gerards – Professor of Fundamental Rights Law, Utrecht University Prof Jenni Millbank – Distinguished Professor of Law, University of Technology Sydney Prof Marie-Benedicte Dembour – Professor of Law and Anthropology, University of Brighton Prof Marina Aksenova – Professor of Comparative and International Criminal Law, IE Law School Madrid Prof Martin Scheinin – Professor of International Law and Human Rights, European University Institute Prof Martti Koskenniemi – Professor of International Law and Director, Erik Castren Institute of International Law and Human Rights, University of Helsinki Prof Morten Kjærum – Director of the Raoul Wallenberg Institute of Human Rights and Humanitarian Law Prof Nora Markard – Junior Professor for Public Law, International Law and Global Constitutionalism, University of Hamburg Prof Philippe De Bruycker – Professor of Law, Université Libre de Bruxelles Prof Thomas Gammeltoft-Hansen – Adjunct Professor of Law, Aarhus University; Research Director Raoul Wallenberg Institute of Human Rights and Humanitarian Law Prof Thomas Spijkerboer – Professor of Migration Law, Vrije Universiteit Amsterdam; Raoul Wallenberg Visiting Professor of Human Rights & Humanitarian Law, Lund University Dr Valentina Azarova – Visiting Academic, Manchester International Law Centre, Manchester University Dr Violeta Moreno-Lax – Senior Lecturer and Founding Director, Immigration Law Programme, Queen Mary University of London; Visiting Professor, College of Europe Prof Wouter Werner – Professor of International Law, Vrije Universiteit Amsterdam |
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